Sulla base di una mole crescente di studi è ormai chiaro che un approccio al dolore cronico per essere efficace richiede una prospettiva multidisciplinare ed integrata da interventi in diversi ambiti. In generale le problematiche caratterizzate dal dolore cronico (es. lombalgia, cefalea, fibromialgia) pesano sulla qualità di vita della persona ed a sua volta lo stato psicofisico contribuisce al loro mantenimento ed amplificazione. Come per esempio in caso di alessitimia, un fattore collegato alla regolazione e consapevolezza emotiva. Vediamo di che cosa si tratta nel seguente articolo del Cembio.
Introduzione alla complessità del dolore cronico
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Il dolore cronico è per definizione un dolore persistente nel tempo, superiore a quello normale di guarigione, cioè almeno per tre mesi consecutivi, e che purtroppo non risponde generalmente bene alle terapie classiche per il dolore. Si stima che riguardi circa una persona su tre e tra questi disturbi possiamo citare per esempio la sindrome del colon irritabile, la fibromialgia, l’emicrania, i disturbi temporomandibolari, la lombalgia e la sindrome dolorosa regionale complessa.
Oltre agli aspetti più tipicamente biologici numerosi studi hanno messo in luce l’importanza di considerare anche gli aspetti più psicologici nell’influenzare e caratterizzare questo gruppo di disturbi, che si protraggono oltre la fase acuta e si ripercuotono negativamente sulla qualità di vita e sul benessere generale della persona. Per esempio le esperienze pregresse al dolore, le reazioni tipiche alla sofferenza, i pensieri e le emozioni provate sono in grado di influenzare come una persona percepisce il dolore. In aggiunta, un posto di rilievo viene dato alla vita emotiva ed alle sue sfumature interiori.
Che cos’è l’alessitimia?
Possiamo paragonare le emozioni a stati salienti interni che promuovono un determinato comportamento, spesso funzionale alla situazione in corso. Lo stato emotivo, ad ogni modo, non è costante, ma dinamico nel tempo e non viene esperito dalle stesse persone allo stesso modo, pur di fronte agli stessi stimoli. Nel contesto delle problematiche croniche della salute è utile tenere in considerazione anche come la persona sente, elabora e reagisce alle proprie emozioni ed ai propri pensieri automatici. In particolare per alessitimia si intende un costrutto psicologico che è caratterizzato da difficoltà nei seguenti aspetti:
- Identificazione delle emozioni;
- Descrizione di che cosa si prova emotivamente;
- Distinzione delle emozioni dalle sensazioni corporee;
- Capacità di immaginazione ed introspezione interna.
Dolori fisici e stato emotivo
È importante sottolineare fin da subito che il dolore cronico non ha a che fare esclusivamente con il problema fisico in questione (es. infiammazione), bensì con una realtà più complessa ed integrata da diversi aspetti sia biologi, sia psicologici che socio-relazionali. Sulla base di quanto sopra l’alessitimia si caratterizza per una tendenza a focalizzarsi sulle informazioni esterne ed evitare i pensieri carichi di affetto, oltre a spiccate difficoltà nella consapevolezza emotiva e nell’espressione delle emozioni attraverso le parole.
In merito, spesso chi soffre di dolore e/o fatica cronica mostra una rilevante incapacità nel descrivere in dettaglio ciò che prova, indifferentemente che si tratti di gioia, tristezza, rabbia, disgusto o paura. Inoltre, il fatto che non si riesce ad interpretare le sensazioni fisiche come la conseguenza dello stato emotivo fa sì che queste persone si allarmino precocemente ed amplifichino la gravità di ciò che provano interpretandoli come sintomi pericolosi.
L’alessitimia può contribuire alla manifestazione o aggravamento del dolore persistente.
Diversi studi hanno trovato una correlazione tra la presenza di disturbi dolori cronici ed alessitimia, anche indipendentemente dai periodi di stress. Generalmente le persone con difficoltà nel riconoscere e descrivere le emozioni provano un dolore più intenso e maggiormente interferente con le attività quotidiane, oltre ad essere più vulnerabili a stati di umore depresso.
In aggiunta, vi può essere una notevole difficoltà non soltanto nella regolazione delle proprie emozioni ma anche nel riconoscere le emozioni facciali altrui. Quindi l’alessitimia può essere considerata come una forma di minore regolazione affettiva che abbassa le capacità di regolare ed elaborare appieno le proprie emozioni e di situarle nel corpo.
Conclusioni e contatti
Il dolore provato ha sia una componente sensoriale che una più affettiva, cioè legata all’esperienza soggettiva spiacevole, la quale può non corrispondere all’intensità del dolore o al grado oggettivo di lesione dei tessuti. Sulla base di tutto ciò è possibile affermare che i fattori psicologici, tra cui il rimuginio incontrollato e l’alessitimia, possono incidere ad aumentare il grado di disabilità dovuto al dolore cronico.
Tuttavia, è possibile far fronte alle tematiche di questo articolo tramite l’aiuto di un professionista, che può aiutare a riprendere un contatto fecondo con il proprio corpo, le emozioni e le risposte al dolore quotidiano. In caso di dolore cronico è opportuno infatti adottare un modello più comprensivo ed includente anche le componenti più psicologiche e quelle collegate al benessere sociale ed affettivo. È comune che chi soffre di queste condizioni tenda a rimanere imbrigliato in uno stato di frustrazione, disagio, rassegnazione e ritiro dalle occasioni sociali ed affettive.
Presso il Centro di Medicina Biologica ci occupiamo del benessere psicofisico tramite test e percorsi da personalizzare in sede di consulto sulla base dello stato di salute della persona, delle informazioni cliniche e dei fattori di rischio più rilevanti al fine di interrompere il ciclo negativo che porta al mantenimento del dolore persistente.
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