Che l’alimentazione sia importante per non ammalarsi e per mantenersi in salute è ben risaputo e spesso si riconducono i suoi effetti ai benefici che avvengono a livello dell’intestino, fegato, tessuto adiposo, cuore e muscoli. Ciononostante è meno noto è che l’alimentazione rappresenta un vero e proprio toccasana anche per il nostro cervello. Scopriamo il perché.
Alimentazione e cervello
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L’alimentazione può incidere sul sistema nervoso attraverso numerosi meccanismi: metabolici, ormonali, infiammatori e biochimici. Inoltre apporta tutti i macro e micronutrienti fondamentali per un funzionamento efficiente delle cellule nervose, che, a causa della loro incessante attività, sono alquanto avide di energia. In merito l’evidenza secondo cui molte malattie neurologiche hanno come denominatore comune un’alterazione del normale metabolismo energetico rappresenta un punto chiave per gli interventi in campo nutrizionale. L’esempio più chiaro dell’efficacia delle terapie nutrizionali in ambito neurologico è dato dalle forme di epilessia resistenti ai farmaci. Ma cresce di anno in anno l’evidenza sperimentale sugli effetti protettivi dell’alimentazione in neurologia.
E’ stato dimostrato che i nutrienti ed i fattori metabolici influenzano il funzionamento cerebrale ed esercitano effetti profondi sui circuiti e la plasticità neuronali, oltre a normalizzare i meccanismi cellulari di produzione energetica.
In particolare molti studi si sono focalizzati sull’adozione di una dieta chetogenica, che mira a forzare l’organismo ad utilizzare i grassi per la produzione dei cosiddetti corpi chetonici, che a loro volta possono essere sfruttati dagli altri organi a fini energetici. Ebbene, questo tipo di alimentazione apporta numerosi benefici per i nostri neuroni che possono essere spiegati da vari meccanismi.
La dieta chetogenica deve essere valutata e monitorata da uno specialista, perché presenta delle controindicazioni e richiede un controllo frequente degli esami di riferimento.
Gli effetti
Innanzitutto avviene un riequilibrio del metabolismo degli zuccheri, la cui alterazione è stata collegata all’insorgenza di un’ampia varietà di disturbi neurologici e vascolari (es. demenza, Alzheimer). Questi cambiamenti metabolici mostrano proprietà protettive per il sistema nervoso, probabilmente attraverso la normalizzazione dei processi energetici aberranti che avvengono nei neuroni. In merito la chetosi stimola la formazione e la funzionalità dei mitocondri, cioè gli organelli che fungono da centraline energetiche delle cellule. Per di più avviene una riduzione dell’eccitabilità dei neuroni, i quali acquisiscono anche connessioni più stabili e funzionali. Senza dimenticare gli effetti anti-ossidanti ed anti-infiammatori mediante l’inibizione dei mediatori dell’infiammazione (es. interleuchine, TNF-α), che sono sempre implicati nei processi di neuro-degenerazione.
Quali conclusioni?
In conclusione le evidenze attuali rafforzano sempre di più i collegamenti tra i difetti del metabolismo energetico e lo sviluppo di un’ampia varietà di malattie. Inoltre gli effetti preventivi e neuro-protettivi delle terapie nutrizionali sulla funzionalità cellulare e nei confronti delle malattie neurologiche (es. Alzheimer, Parkinson, emicrania etc.) supportano il loro utilizzo come co-adiuvanti nei disturbi del sistema nervoso (ma non solo). Si precisa, tuttavia, che è necessario rivolgersi ad uno specialista dell’alimentazione al fine di impostare una dieta bilanciata e personalizzata (anche sulla base di specifiche analisi diagnostiche), valutare eventuali controindicazioni ed effettuare un percorso di monitoraggio terapeutico.
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