La biorisonanza è una metodica terapeutica e di supporto clinico, le cui basi poggiano sulle ultime scoperte nel campo della biofisica. Questo articolo ne approfondisce i concetti teorici ed i risvolti sulla salute.
La normale attività fisiologica del corpo genera naturalmente campi elettrici, magnetici e l’emissione di (bio)fotoni dalle frequenze dell’ultravioletto fino all’infrarosso. Ciò non rappresenta un evento accidentale o casuale, bensì le ultime scoperte nel campo della biofisica stanno confermando il loro ruolo fondamentale come segnali per lo sviluppo, l’organizzazione e la salute dell’organismo.
Sappiamo che la vitalità e la funzionalità di ogni parte del corpo, dalle cellule agli organi, sono mantenute grazie a complessi sistemi di regolazione e di comunicazione, i quali dipendono sia dai classici aspetti biochimici che da quelli energetici. Accanto ai meccanismi ormonali, immunitari e nervosi ci sono, infatti, numerosi campi fisici vibranti (es. elettromagnetici, sonori, meccanici), che permeano tutte le cellule e che partecipano anch’essi allo scambio delle informazioni e dei segnali alla base della vita. A titolo di esempio tra i fattori elettromagnetici più importanti ed evidenti nel campo della biologica è il voltaggio esistente tra le due facce della membrana biologica, la quale è fondamentale per il trasporto delle molecole (es. nutrienti), la segnalazione ormonale e per lo sviluppo o la rigenerazione degli organi. La sua importanza è sottolineata da numerosi studi, che hanno messo in luce come un’alterazione del potenziale di membrana causi effetti all’interno della cellula e del DNA, oltre ad essere riscontrabile in quasi ogni disturbo o malattia. Inoltre i campi biofisici regolano le comunicazioni tra gli organi come per esempio avviene in tempi rapidi tra il cuore ed il cervello.
L’alterazione dei segnali elettromagnetici naturali dell’organismo produce effetti avversi sulla salute.
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Secondo le ultime evidenze scientifiche questi campi energetici rappresentano la controparte dei meccanismi tradizioni di tipo materiale e molecolare, con i quali interagiscono al fine di integrare in modo sincronizzato e coordinato le attività biologiche, che non a caso si distinguono per la loro rapidità, specificità ed efficienza. Cioè gli aspetti materiali (es. molecole) ed energetici (es. elettromagnetismo) interagiscono tra di loro in modo complementare dando origine ad un sistema altamente regolato.
I campi elettromagnetici sono diffusi lungo tutto l’organismo ed hanno la capacità di codificare al proprio interno informazioni, che a loro volta possono essere recepite dalle cellule e dai tessuti inducendo effetti specifici. Per esempio è stato dimostrato che i diversi campi elettrici endogeni regolano la densità delle cellule, la loro replicazione, differenziazione, migrazione, oltre a guidare la riparazione dei tessuti.
Ad ogni molecola carica in movimento si associa un campo magnetico e da ciò nasce l’importanza e la pervasività del campo magnetico emanato dal corpo. In particolare il campo elettromagnetico più intenso è quello generato dall’attività sincronizzata delle cellule cardiache, che può essere misurato anche a distanza di qualche metro dal corpo. È interessante sottolineare che il campo magnetico cardiaco può influenzare numerose funzioni cellulari e può trasportare informazioni preziose sullo stato dell’organismo. In aggiunta un altro aspetto correlato a campo elettromagnetico endogeno è dato dall’emissione dei bio-fotoni dalle cellule ed in generale dal corpo, che hanno un ruolo nelle comunicazioni tra cellula e cellula.
Il campo elettrico e magnetico dell’organismo rappresenta un indice di salute o di malattia.
L’organismo è estremamente sensibile ai campi elettromagnetici esterni ed interni. Ciò avviene grazie alla presenza di meccanismi capaci di “percepire” queste influenze energetiche e diffusi lungo tutti i tessuti. In merito le molecole biologiche possono agire come antenne trasmittenti e riceventi le informazioni trasmesse tramite i bio-fotoni. Tra le zone più ricettive ci sono sicuramente la membrana cellulare ed il DNA, che rappresentano dei veri e propri recettori dei segnali biologici, i quali a loro volta possono modificare l’espressione genetica e l’attività enzimatica.
Biorisonanza
Ogni molecola, tessuto ed organo vibra secondo una frequenza specifica ed unica, che, tramite una strumentazione adeguata, può essere misurata ed analizzata. Ciò rappresenta il punto di collegamento tra le scoperte nel campo della biofisica e l’applicazione clinica tramite la biorisonanza.
La biorisonanza è una metodica che agisce a beneficio della salute attraverso la capacità di modulare la funzionalità delle cellule tramite l’utilizzo di frequenze specifiche. Il meccanismo alla sua base consiste nel fenomeno fisico della risonanza, che consiste nell’aumento delle oscillazioni di una molecola in seguito alla sollecitazione da parte di una perturbazione vibrante esterna. Di fatto ogni sistema fisico è caratterizzato da frequenze proprie di oscillazione e può risuonare con una sorgente esterna che vibra alla stessa frequenza ed aumentare la propria energia. Questo fenomeno è altamente sfruttato in numerosi campi (es. radio) e lo possiamo riscontrare per esempio nelle casse armonica degli strumenti musicali, che permette di amplificare il suono emesso dalle corde che vibrano. La cassa, infatti, è progettata in modo tale da vibrare, insieme all’aria contenuta, alle stesse frequenze generate dalle corde. Oppure un altro esempio avviene quando colpendo un diapason si fa vibrare un altro identico, pur non avendolo toccato.
La risonanza permette di trasferire energia da un sistema ad un altro.
Ogni reazione fisiologica o patologica ha uno spettro di frequenze tipico, che può essere modificato tramite lunghezze d’onda ed ampiezze specifiche. Sulla base delle caratteristiche energetiche della persona la biorisonanza agisce in chiave informazionale ed energetica con lo scopo di ristabilire l’equilibrio energetico, biochimico e psicofisico. Di fatto è possibile modulare le frequenze del segnale acquisito per agire in chiave terapeutica. In particolare il trattamento avviene tramite uno strumento che eroga specifiche frequenze di risonanza, che ripristino il flusso corretto di informazioni tra le cellule ed agiscono direttamente sulle cause informazionali alla base del disturbo. La terapia è altamente personalizzata in modo tale da stimolare i processi di auto-rigenerazione e portare al riequilibrio ed al mantenimento del benessere psicofisico.
Gli ambiti di applicazione della biorisonanza in campo clinico sono numerosi e validi, in quanto è una metodica al contempo diagnostica e terapeutica ed aiuta a compensare i segnali inappropriati o a eliminare quelli dannosi per il funzionamento cellulare. Questi malfunzionamenti elettromagnetici accompagnano, e spesso precedono, la comparsa dei sintomi, che sono solo il risultato successivo di una disfunzione a monte. In poche parole si agisce favorevolmente sulla sorgente del segnale alla base della condizione patogena. Infine la biorisonanza è una metodica non invasiva e con rari effetti avversi.
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