La psoriasi è un disturbo infiammatorio di tipo cronico che colpisce per lo più la pelle manifestandosi in modo molto variabile da persona a persona. Può esserci una psoriasi a placche, caratterizzata da placche squamose e ben localizzabili, fino alle forme pustulose e generalizzate con segni e sintomi sempre più evidenti anche a livello sistemico. La psoriasi mostra una prevalenza del 2-3% nella popolazione generale senza distinzioni rilevanti tra donne e uomini. Le prime manifestazioni generalmente coinvolgono solo la pelle, sebbene i processi infiammatori possano avvenire anche in altri organi. Come vedremo è tendenzialmente associata ad altre condizioni come per esempio l’artrite psoriasica, l’obesità, le malattie metaboliche, che comportano un aumento del rischio cardiovascolare. La psoriasi è caratterizzata dalla notevole proliferazione delle cellule cheratinocitarie della pella, da un’alterazione della funzionalità di barriera epidermica a livello delle lesioni e dall’infiltrazione di cellule immunitarie attive.

La disregolazione immunitaria e l’infiammazione sono aspetti chiave della psoriasi.

Questa patologia provoca un notevole impatto sulla vita delle persone sia dal punto di vista fisico che emotivo. È stata osservata una maggiore probabilità di incorrere in altri disturbi concomitanti probabilmente a causa dell’infiammazione persistente. Per esempio gli studi mostrano collegamenti con il diabete, morbo celiaco, malattie cardiovascolari, infiammazioni dei vasi sanguigni, patologie infiammatorie intestinali, infezioni respiratorie, malattie renali e disturbi del tono dell’umore.

Le ricerche hanno evidenziano che la psoriasi è una malattia complessa in cui partecipano sia i fattori ambientali, psicofisici, ormonali e genetici. In merito sono stati messe in luce diverse varianti genetiche che sono coinvolte nei processi biologici collegate alla psoriasi come per esempio a carico dei recettori infiammatori, della fisiologia della cute e delle segnalazioni cellula-cellula.

Sistema immunitario

Dal punto di vista immunologico le differenti forme della psoriasi derivano da specifiche attivazioni immunitarie. In particolare il sistema immunitario adattivo è dominante nella psoriasi a placche mentre le risposte innate ed auto-infiammatorie sono prevalenti in quella pustulosa e generalizzata. I linfociti T CD8 rappresentano i linfociti T più abbondanti nelle placche e svolgono un ruolo attivo in questo disturbo producendo molecole chiave della risposta infiammatoria, in particolare IL-17, TNF-alfa e l’interferone gamma. Sappiamo inoltre che i processi auto-infiammatori sono portati avanti dalle interazioni tra i neutrofili, IL-36 e le cellule cutanee dette cheratinociti.

I tipi di psoriasi rappresentano la manifestazione del bilanciamento tra i processi autoimmuni e quelli auto-infiammatori.

In breve si instaura un circolo vizioso tra la produzione di molecole pro-infiammatorie e la risposta immunitaria provocando il rilascio di mediatori pro-infiammatori ed il reclutamento delle cellule immunitarie competenti.

Psoriasi: una condizione sistemica

L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio per la psoriasi e la relazione è probabilmente bidirezionale, cioè è la stessa psoriasi a favorire l’accumulo eccessivo di peso. L’obesità e la psoriasi sono entrambe condizioni in cui l’equilibrio immunitario è spostato in senso pro-infiammatorio e da qui nascono probabilmente i collegamenti con il rischio cardiovascolare. Bisogna tenere presente che le molecole pro-infiammatorie provocano lo sviluppo ed il mantenimento dell’accumulo adiposo, soprattutto viscerale, che a sua volta rilascia citochine infiammatorie con tutto il carico di conseguenze sullo stato generale di salute. Le forme gravi possono essere associate a deficit nutrizionali a causa della perdita accelerata di nutrienti dallo strato cutaneo. Un esempio tra tutti è la comune carenza di vitamina D. Inoltre l’analisi delle risposte immunitarie agli alimenti introdotti permette di valutare eventuali cibi coinvolti nelle lesioni cutanee. Da qui nasce l’importanza della dieta e di una corretta terapia nutrizionale su monitoraggio di uno specialista.

Intestino e pelle

A causa delle somiglianze nei meccanismi sottostanti la psoriasi può preparare il terreno ad altre condizioni cliniche mediate dall’infiammazione. Un’alta percentuale di disturbi collegati alla psoriasi riguarda il tratto digerente. Per esempio possono esserci lesioni alla mucosa della bocca tra cui placche biancastre, eritemi diffusi, edemi, micro-ascessi e lingua a cartina geografica o fissurata. Alcuni di questi segni addirittura possono precedere la manifestazione cutanea della psoriasi o indicarne lo stato di gravità. Senza tralasciare il frequente riscontro di una condizione di permeabilità intestinale, cioè la perdita della funzionalità di barriera della mucosa intestinale, che rappresenta un notevole fattore di rischio per molte malattie intestinali ed extra-intestinali.

Le malattie infiammatorie croniche come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa si sviluppano in alcune persone particolarmente suscettibili a causa della risposta immunitaria sregolata di fronte ai microrganismi commensali residenti nell’intestino (microbiota). Anche qui le evidenze mostrano un rischio bidirezionale. Da un lato c’è un maggior rischio di psoriasi nelle persone con malattie infiammatorie croniche e, dall’altro, coloro che hanno la psoriasi sono maggiormente esposte ai disturbi intestinali di carattere infiammatorio. Per di più alcune persone con lesioni psoriasiche mostrano segni microscopici di infiammazione intestinale, pur in assenza di una diagnosi ancora definita. Esiste una comune suscettibilità genetica per quanto riguarda queste (apparentemente) diverse patologie. Inoltre condividono i processi infiammatori di tipo Th1 e Th17 con un aumento del rilascio di citochine, IL-17, IL-23, TNF-alfa ed interferone gamma, mentre si riscontrano alterazioni del numero dei linfociti T regolatori, che sono deputati a porre un freno alle risposte immunitarie eccessive o troppo prolungate.

La psoriasi non è una malattia limitata alla pelle, ma una condizione sistemica che coinvolge più organi.

In chi soffre di psoriasi è stata osservata una maggiore frequenza di steatosi epatica non alcolica, il che corrisponde a circa un rischio doppio di incorrere in questo disturbo. La steatosi epatica è caratterizzata da un accumulo eccessivo di grassi nel fegato, che può condurre a fibrosi e cirrosi epatica, oltre che aumentare il rischio di epatocarcinoma. È una condizione molto comune nella popolazione (20-30%) e rappresenta un aspetto da non sottovalutare per la salute cardiovascolare e metabolica. La steatosi e la psoriasi si rinforzano a vicenda provocando ripercussioni negative su entrambi i fronti. I loro collegamenti sono numerosi e riguardano da un lato il rilascio dalla pelle di mediatori infiammatori con effetti metabolici sul fegato e, dall’altro, dall’aggravamento dell’equilibrio metabolico, dei livelli dei grassi nel sangue, dei fattori coagulativi, infiammatori, ossidativi e di quelli promotori della fibrosi. Tutti questi elementi possono essere coinvolti nella psoriasi stimolando la proliferazione delle cellule cutanee, l’infiammazione della pelle e la sintesi di altre molecole tipiche di questa malattia.

L’importanza di terapie personalizzate, dell’alimentazione e dello stile di vita.

In conclusione la psoriasi è una manifestazione infiammatoria cronica, che presenta numerosi aspetti correlati e complessi, di cui bisogna tenere conto in campo terapeutico. Per questi motivi il Centro di Medicina Biologica affronta questo disturbo tramite l’utilizzo di test specifici e di terapie personalizzate, che si pongono l’obiettivo di intervenire sui fattori causali e di rischio sottostanti alla malattia stessa piuttosto che solo sui sintomi più evidenti.

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Bibliografia essenziale:

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  • Lowes MA, Suárez-Fariñas M, Krueger JG. Immunology of psoriasis. Annu Rev Immunol. 2014;32:227-55;
  • Oliveira Mde F, Rocha Bde O, Duarte GV. Psoriasis: classical and emerging comorbidities. An Bras Dermatol. 2015 Jan-Feb;90(1):9-20.
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