Il sonno racchiude circa un terzo della nostra vita e non serve soltanto a farci riposare e recuperare le energie, bensì è alla base di importanti effetti a livello immunitario, ormonale e neuropsicologico. D’altra parte l’insonnia è il più comune disturbo del sonno causando una sua alterazione nella durata e/o qualità insieme ad effetti lungo tutto l’arco della giornata. Per affrontarla presso il Centro di Medicina Biologica utilizziamo un approccio non farmacologico al fine di regolare tutti i fattori e processi che sono alla base dello sviluppo e della perpetuazione dell’insonnia.
Insonnia: un disturbo purtroppo diffuso
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L’insonnia è un disturbo del sonno comune nella popolazione generale e dagli effetti significativi sulla salute della persona. Può essere riscontrata in qualsiasi fascia di età, benché sia tendenzialmente più diffusa nelle adolescenti o giovani donne.
Per definizione l’insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato da una notevole difficoltà nell’addormentarsi, nel mantenere il sonno di notte, oppure da un risveglio molto anticipato al mattino. Deve essere presente almeno 3 volte a settimana per almeno tre mesi consecutivi, oltre a causare un notevole stress a livello personale e nelle attività giornaliere. Si stima che ne soffra il 4-36% degli adolescenti ed il 9-50% delle persone adulte e con una durata che frequentemente supera l’anno.
Attualmente l’insonnia è riconosciuta come un problema di salute pubblica, in quanto è accompagnata da una serie di conseguenze e complicazioni tra cui: difficoltà nello svolgimento o programmazione delle attività diurne e rischio di conseguenze dal punto di vista mentale (es. depressione, stati d’ansia) e fisico come una maggiore suscettibilità all’ipertensione, al diabete, ai dolori osteo-muscolari ed alle malattie cardiovascolari. Ne può conseguire pertanto un notevole disagio non soltanto dal punto di vista individuale ma anche per la famiglia o le relazioni affettive, che direttamente o indirettamente ne sono coinvolte.
Non solo una questione di riposo e concentrazione
Questo disturbo può determinare cambiamenti del tono dell’umore ed aumentare il rischio di recrudescenze o ricadute in caso di disturbi psicologici. Per esempio le persone con depressione sperimentano un’esacerbazione dei sintomi se non dormono bene ed una problematica di sonno spesso precede un nuovo episodio depressivo o ne è un sintomo residuo. D’altra parte in caso di disturbi d’ansia i processi mentali tipici di queste condizioni possono mantenere la condizione di insonnia, la quale a sua volta può incentivare un maggior livello di apprensione e preoccupazioni su di sé e sulle possibili conseguenze del non dormire.
Senza dimenticare che l’insonnia è presente nel 41-67% dei casi di malattie fisiche croniche come per esempio ipertensione arteriosa o malattie cardiache, dolori cronici e patologiche oncologiche. Ciò può essere dovuto alla malattia in sé, oppure come effetto del carico emotivo e mentale dovuto all’esperienza di malattia o agli effetti collaterali dei farmaci eventualmente utilizzati. In aggiunta, un sonno disturbato può agevolare anche uno stato infiammatorio sistemico di basso livello, ridurre la tolleranza ai dolori ed esacerbare i sintomi delle malattie caratterizzate da dolore cronico (es. artrite, fibromialgia, artrosi, cefalea).
Le cause ed i fattori alla base
Un aspetto chiave di questo disturbo è l’iperattivazione psicologica, fisiologica e comportamentale che si riscontra quando si vorrebbe o dovrebbe dormire. Questa iperattivazione altera lo stato psicofisico della persona favorendone un sonno alquanto disturbato a causa dei processi emotivi, mentali e delle scelte comportamentali, che non permettono ai meccanismi naturali di regolazione del ciclo sonno-veglia di funzionare come dovrebbero. Inoltre, quest’attivazione persistente, anche in assenza di reali motivi attivanti, può portare ad un’instabilità della fase REM del sonno, il quale diventa frammentato e non fonte di reale riposo. Ad ogni modo, accanto alle caratteristiche personali che possono agevolare un sonno disturbato vi sono condizioni esterne che possono scatenare effetti sul sonno al punto tale da favorire il passaggio da un’insonnia parziale ad un vero e proprio disturbo cronicizzato nel tempo.
Un ruolo importante è dovuto anche ai pensieri ed alle credenze legate al sonno ed all’insonnia, così come ai comportamenti che la persona nello specifico tenta di adottare al fine di gestire la situazione, purtroppo spesso peggiorandola.
Un nuovo approccio alla salute
Tenendo conto che l’insonnia assume spesso un andamento cronicizzato e che i relativi farmaci debbano essere usati soltanto per un breve periodo gli approcci non farmacologici rappresentano un valido supporto per affrontare questo disturbo. In merito, presso il Centro di Medicina Biologica mettiamo a disposizione consulenze specialistiche al fine di valutare le condizioni di salute della persona e suggerire il percorso più adatto in modo personalizzato, che si propone di tenere in considerazione ed eventualmente modificare i fattori comportamentali, cognitivi e psicofisiologici che perpetuano l’insonnia.
A tal fine utilizziamo diverse metodiche tra cui per esempio le sedute di trattamento di ripolarizzazione cellulare, biofeedback, neurofeedback e mindfulness, le quali vengono valutate in sede di consulto sulla base dei sintomi, della cronicità e degli obiettivi specifici della persona in relazione anche allo stile di vita. Infine, i miglioramenti riguardano non soltanto la durata e la qualità sonno, ma anche l’umore, la sonnolenza diurna, la stanchezza ed in generale la qualità di vita della persona. Tali benefici diventano significativi in differenti gruppi di età e persino in presenza di eventuali problematiche pregresse di salute fisica e/o psicologica.
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Riferimento bibliografici principali:
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