Il dolore pelvico cronico spesso richiede un approccio di cura ad ampio spettro, in cui il supporto psicologico può rappresentare una parte importante da valutare. Affrontare gli aspetti più cognitivi, emotivi e comportamentali della persona permette di esplorare e di gestire al meglio i fattori coinvolti nel mantenimento e nell’amplificazione del dolore provato, così come gli effetti relativi al tono dell’umore, alla sofferenza, alla frustrazione ed alle preoccupazioni. Scopriamone insieme il perché nel seguente articolo del Cembio.
Breve introduzione al dolore pelvico
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Il dolore pelvico comprende un gruppo di disturbi caratterizzati da dolore persistente a livello della pelvi o del basso addome, da almeno sei mesi e dal forte impatto sulla vita della persona che ne soffre, quasi sempre donne. In particolare si stima che riguardi almeno una donna su dieci e può essere associato alla presenza per esempio di:
- Endometriosi;
- Dolore miofasciale pelvico;
- Vulvodinia;
- Neuralgia del nervo pudendo;
- Cistite interstiziale;
- Adesioni pelviche;
- Sindrome del colon irritabile;
- Sindrome da stanchezza cronica.
Quali sintomi associati?
Benché siano possibili infiammazioni rilevanti o anomalie anatomiche, non sempre le indagini diagnostiche mostrano una causa precisa. Ad ogni modo, il dolore percepito può talvolta essere molto intenso e continuare anche dopo l’utilizzo delle terapie farmacologiche o il ricorso alla chirurgia. Tutto ciò può incide notevolmente sull’equilibrio emotivo, sulla qualità di vita ed in generale sulle normali attività giornaliere. Al pari di altri disturbi basati sul dolore cronico anche questo gruppo è frequentemente accompagnato da un’associazione rilevante con forme di sofferenza interiore, disagio, sonno disturbato, tensioni e dolori muscolari e ricadute sul tono dell’umore.
L’importanza di un approccio integrato e multidisciplinare
Le strategie terapeutiche più opportune per questa classe di disturbi fanno riferimento a percorsi integrati che tengano in considerazione sia la parte corporea che quella più profonda della persona. Questo perché è stato osservato che la presenza di depressione, forte ansia o forme di dipendenze possono incidere negativamente sul benessere psicofisico e sul percorso di guarigione.
Circa una donna su tre mostra un umore particolarmente deflesso con minore voglia nello svolgimento delle attività quotidiane, così come sbalzi nel senso della fame, dell’energia fisica e mentale e nel ritmo del sonno. Riteniamo importante sottolineare che in caso di dolore pelvico la presenza di un’alterazione rilevante del tono dell’umore, oppure di preoccupazioni eccessivamente ansiose è accompagnata da un aumento del dolore percepito e da maggiori ricadute sulla qualità di vita e sulle relazioni sociali ed affettive, le quali normalmente mostrano effetti positivi e protettivi sulle forme di dolore persistente.
Nel dolore cronico intervengono anche le credenze ed i pensieri automatici indesiderati al punto tale da creare sofferenza, ruminazioni recidivanti e stress a discapito della serenità personale ed affettiva.
L’intreccio tra emozioni e dolore fisico
Nei disturbi da dolore pelvico cronico il corpo va incontro a cambiamenti neurofisiologici tali da portare ad una minore soglia del dolore ed a cambiamenti a livello del sistema nervoso responsabili dell’amplificazione o della persistenza del dolore, pur in assenza di chiare lesioni tissutali. In tali condizioni un dolore moderato viene percepito come intenso e persino le normali sensazioni tattili talvolta perdono la loro innocuità. Lo stress e la sofferenza profonda rappresentano pertanto importanti modulatori del dolore e talvolta il dolore pelvico persistente potrebbe insorgere dopo eventi traumatici rilevanti.
È risaputo che chi soffre di dolore da molto tempo e che interferisce con le attività quotidiane sia più esposto a cambiamenti dell’umore o ad un’ansia pervasiva. Ad ogni modo, benché la diagnosi non possa essere ricondotta tout court al disagio psicologico, è ormai stato dimostrato da diversi studi che il benessere psicologico rappresenta un fattore importante da tenere in considerazione, soprattutto nella transizione dalla fase acuta-cronica e quando il dolore fisico e quello mentale-emotivo sono ormai intrecciati tra loro.
Il Cembio per prendersi cura del dolore pelvico in modo completo
Presso il Centro di Medicina Biologica affrontiamo i disturbi e le patologie caratterizzate da dolore cronico tramite percorsi e test da valutare in sede di consulto specialistico. Siamo profondamente convinti che prendersi cura del dolore fisico, soprattutto se perdura da diversi mesi, senza affrontare gli aspetti più psicologici rischia di apportare meno benefici alle cure indicate. Questo avviene in quanto ciò che accade nel corpo, nella mente e nelle nostre sfumature emotive non sono indipendenti l’uno dall’altro, bensì si influenzano vicendevolmente.
Come già descritto sopra affrontare un dolore cronicizzato è ben diverso dal gestirne uno in fase acuta e richiede un approccio di cura più ampio per il benessere della persona. Generalmente tutto ciò richiede non soltanto di adottare le varie cure o trattamenti mirati alla fonte specifica di dolore, ma anche di relazionarsi differentemente al dolore stesso e di mettere in moto notevoli cambiamenti personali ed a livello dello stile di vita. È importante pertanto che la persona venga aiutata a riconoscere come i propri pensieri, emozioni ed abitudini influenzino il dolore in modo tale da poter interrompere le conseguenze negative a livello psicofisico.
Se soffri di dolore cronico da molto tempo contattaci per aiutarTi a prenderTi cura della Tua salute.
Riferimento bibliografici principali:
- Lamvu G, Carrillo J, Ouyang C, Rapkin A. Chronic Pelvic Pain in Women: A Review. JAMA. 2021 Jun 15;325(23):2381-2391;
- Till SR, As-Sanie S, Schrepf A. Psychology of Chronic Pelvic Pain: Prevalence, Neurobiological Vulnerabilities, and Treatment. Clin Obstet Gynecol. 2019 Mar;62(1):22-36;
- Grinberg K, Sela Y, Nissanholtz-Gannot R. New Insights about Chronic Pelvic Pain Syndrome (CPPS). Int J Environ Res Public Health. 2020 Apr 26;17(9):3005.