Che cos’è l’artrite reumatoide
L’artrite reumatoide appartiene al gruppo delle patologie autoimmuni, in cui avviene un attacco da parte del sistema immunitario contro le stesse strutture del corpo. Questa malattia autoimmune colpisce inizialmente le piccole articolazioni per poi progredire nel tempo a quelle di più grandi dimensioni fino eventualmente a coinvolgere altri tessuti come per esempio la pelle e gli occhi. Spesso colpisce le dita delle mani e/o dei piedi in modo simmetrico.
Poliartrite
Nell’artrite reumatoide il termine poliartrite si riferisce ad una manifestazione cronica della patologia a livello di almeno quattro articolazioni in contemporanea.
Artrite reumatoide sintomi
I sintomi più comuni dell’artrite reumatoide includono:
- Rigidità mattutina a livello delle articolazioni;
- Spossatezza persistente nell’arco della giornata;
- Febbre o febbricola;
- Perdita di peso non giustificata;
- Articolazioni deboli, gonfie e calde;
- Noduli sottocutanei alle mani.
Ci sono ripercussioni a carico della cartilagine, dei tendini, dei legamenti e della struttura delle ossa. Tutto ciò determina la comparsa di deformità articolari ed erosioni ossee, spesso molto dolorose. Una diagnosi precoce e la presa in carico terapeutica sono importanti per prevenire ulteriori aggravamenti e disabilità.
Artrite reumatoide: cause e fattori di rischio
L’artrite reumatoide è una malattia influenzata da fattori sia biologici sia ambientali che legati allo stile di vita. Per esempio, in combinazione ad una vulnerabilità genetica, l’esposizione agli inquinanti, l’alimentazione, il sovrappeso, le infezioni ed il microbiota intestinale possono favorire la comparsa della malattia oppure scatenarne una riacutizzazione. Il fatto che gli anticorpi circolano per molti anni prima che i sintomi si manifestino suggerisce che diversi fattori di rischio pongono le basi della malattia in modo silente e progressivo.
Un ruolo rilevante è rivestito da una disregolazione del sistema immunitario, la cui funzione naturale è quella di riconoscere gli agenti patogeni e di difendere il nostro organismo per esempio da virus, batteri e funghi. Ma nelle malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide il sistema immunitario è responsabile direttamente del danno alle articolazioni. In merito diversi fattori cellulari e mediatori pro-infiammatori contribuiscono attivamente a mantenere l’infiammazione e ad attaccare le strutture del corpo.
L’artrite reumatoide ha alle spalle un’alterazione del funzionamento immunitario.
Lo stile di vita rappresenta un aspetto di primaria importanza per numerose malattie, inclusa l’artrite reumatoide. In particolare secondo evidenze recenti un’alimentazione scorretta e sbilanciata aumenta il rischio di sviluppare l’artrite autoimmune. Viceversa una dieta a basso contenuto di zuccheri, ma ad alto consumo di frutta, cereali e verdure agisce in chiave preventiva. Ad ogni modo è importante rivolgersi sempre ad uno specialista al fine di impostare una terapia nutrizionale realmente adatta ai veri fabbisogni dell’organismo, oltre che specifica alle condizioni cliniche della malattia.
Recentemente grande attenzione è rivolta al ruolo dei microrganismi nei processi autoimmuni. È ormai noto che la bocca ed il tratto digerente ospitano naturalmente miliardi di batteri ed altri microrganismi, che instaurano (o dovrebbero instaurare) una relazione di simbiosi benefica con il nostro organismo. Ma non solo, perché i batteri dell’apparato digerente sono in grado di modulare l’attività del sistema immunitario sia a livello locale che sistemico. Da qui nasce il forte interesse per l’infiammazione della mucosa orale, polmonare e soprattutto intestinale come sede specifica da cui prende avvio l’autoimmunità. A riguardo numerosi studi hanno rilevato differenze nella composizione e nella ricchezza delle comunità microbiche tra chi soffre di artrite reumatoide e chi no. Si ritiene che le alterazioni del microbiota e della salute intestinale facilitino la propagazione dei processi autoimmuni per mezzo di complessi meccanismi biologici.
Diagnosi
I dolori articolari insieme eventualmente a rigidità mattutina suggeriscono un sospetto di artrite reumatoide se persistono per più di 6 settimane. Diversi bio-marcatori di laboratorio aiutano l’iter diagnostico, in particolare alti livelli nel sangue del Fattore Reumatoide e degli anticorpi anti-CCP. Inoltre i parametri infiammatori VES e PCR sono spesso alterati. Tra le indagini strumentali sono utili l’ecografia, la radiografia e/o la risonanza magnetica articolare.