Artrite reumatoide alimentazione
Quali sono i collegamenti tra l’artrite reumatoide e l’alimentazione? Perché è bene prendersi cura dell’alimentazione e dello stile di vita? Scopriamolo insieme in questo articolo del Cembio.
Quali sono i collegamenti tra l’artrite reumatoide e l’alimentazione? Perché è bene prendersi cura dell’alimentazione e dello stile di vita? Scopriamolo insieme in questo articolo del Cembio.
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L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica, che colpisce le articolazioni e riguarda circa l’1% della popolazione. La componente autoimmune di questa patologia fa sì che il sistema immunitario piuttosto che proteggere l’organismo lo attacca rivoltandosi contro specifici tessuti come in questo caso le strutture osteo-articolari. L’artrite reumatoide ha alle spalle più fattori coinvolti e per questo viene definita come una malattia multifattoriale, in cui convergono aspetti di natura genetica, ambientale e legati allo stile di vita. Tra questi qui ci occupiamo delle relazioni esistenti tra l’alimentazione e questa malattia reumatica.
Facciamo subito una piccola premessa obbligatoria. Ogni persona necessita di un’alimentazione personale, in quanto ciò che siamo dipende in modo complesso dalla nostra genetica, stile di vita, attività motoria, fabbisogni nutrizionali e dalla presenza di eventuali disturbi o patologie. Ne consegue che ogni terapia nutrizionale adatta a tutti non può che essere un tentativo parziale e spesso infruttuoso, soprattutto per chi ha già problemi di salute. Noi del Centro di Medicina Biologica adottiamo un approccio differente, in quanto ci prendiamo cura della persona e non soltanto dei suoi sintomi. Ciò vuol dire che nell’ambito dell’alimentazione e della nutrizione adeguiamo e personalizziamo l’alimentazione sulla base dello stato di salute complessivo della persona, perché ciascuno di noi richiede apporti differenti dei nutrienti a seconda delle condizioni metaboliche, gastrointestinali, ormonali, immunitarie ed osteo-muscolari.
Essere seguiti da uno specialista consente di raggiungere prima i risultati e di mantenerli nel tempo.
Il potere dell’alimentazione dipende dagli effetti dei nutrienti e delle altre sostanze contenute nei cibi, che innescano nelle cellule destinatarie numerosi processi di natura genetica, metabolica, immunologica ed ormonale. Per di più come vedremo ciò che mangiamo influenza anche la funzionalità e l’integrità della barriera intestinale, oltre a cambiare il tipo di microbiota presente nell’intestino.
In caso di artrite reumatoide i fattori nutrizionali da valutare sono numerosi e complessi. Innanzitutto sono spesso riscontrabili carenze nutrizionali, in particolare della vitamina D e di altri elementi (es. ferro). Ciò può essere dovuto sia a errori alimentari che all’utilizzo prolungato di alcuni farmaci (es. cortisonici), che possono aumentare i fabbisogni di alcuni nutrienti (es. calcio).
Insieme ad uno specialista è opportuno valutare forme di celiachia o di sensibilità al glutine, che è una proteina contenuta in alcuni cereali come il farro, il frumento e la segale. In alcuni individui più suscettibili il glutine esercita una spiccata azione immunologica, la quale può riverberarsi ben fuori dall’intestino. Inoltre altri aspetti di cui bisogna tenere conto sono le effettive capacità digestive, che, oltre ad avvenire nello stomaco, avvengono anche prima nella bocca e poi nell’intestino grazie alla partecipazione del fegato e del pancreas.
L’alimentazione rappresenta un potente regolatore delle funzioni fisiologiche del corpo.
Particolarmente importante è l’equilibrio tra i grassi appartenenti al gruppo degli omega-3 e degli omega-6. Il loro rapporto è implicato nella funzionalità delle membrane cellulari e nella modulazione dei mediatori infiammatori. Ad ogni modo a differenza di quello che si sente dire è sbagliato considerare gli omega-3 come “i buoni” ed i secondi come “i cattivi”, in quanto ciò che realmente conta è il loro equilibrio all’interno delle cellule, anche in rapporto agli altri grassi presenti (es. grassi saturi).
L’alimentazione può agire in alcune persone suscettibili come un fattore scatenante un’esacerbazione dei sintomi e della rigidità articolare. Inoltre in chi ha l’artrite reumatoide si riscontra frequentemente una condizione di stress ossidativo, cioè uno sbilanciamento tra il rilascio di molecole reattive, ossidanti e la barriera antiossidante. Quest’ultima deriva sia da una produzione endogena che dall’introduzione esterna di alimenti antiossidanti attraverso l’alimentazione. Lo stress ossidativo è correlato allo stato infiammatorio e provoca il danneggiamento delle membrane, delle proteine e del DNA cellulari.
Una condizione di forte sovrappeso o di obesità conclamata riduce la possibilità di andare incontro alla remissione dei sintomi e mette in moto processi in grado di aumentare lo stato infiammatorio. Inoltre chi ha l’artrite reumatoide ed è in sovrappeso tende a soffrire di più di dolori articolari e ad avere marcatori infiammatori più elevati. Pertanto è opportuno rivolgersi ad uno specialista al fine di raggiungere e mantenere nel tempo un peso salutare attraverso la correzione dello stile di vita e cure efficaci. Non da ultimo può essere importante valutare eventuali intolleranze o sensibilità agli alimenti, che possono scatenare un’esacerbazione del dolore, del gonfiore e/o della rigidità articolare.
Il nostro apparato digerente contiene una moltitudine di microrganismi (es. batteri, virus, funghi), che insieme danno origine al cosiddetto microbiota. Questi microrganismi risiedono naturalmente nel tratto gastrointestinale, dove in cambio di cibo svolgono numerose funzioni benefiche per l’organismo stesso.
I cambiamenti nello stile di vita e nella dieta influenzano non soltanto l’apporto dei nutrienti, ma anche l’attività e la composizione del microbiota. In aggiunta c’è un forte collegamento tra il microbiota intestinale ed il sistema immunitario e ciascuno di questi può influenzare lo stato dell’altro in modo reciproco. In particolare sulla base di numerose evidenze scientifiche il microbiota intestinale svolge un ruolo rilevante nelle condizioni infiammatorie come l’artrite reumatoide.
L’alimentazione incide sui processi fisiologici, sul benessere intestinale e sul microbiota.
I concetti chiave riguardano l’alterazione del sottile strato di epitelio che riveste l’apparato digerente e la perdita della tolleranza immunitaria nei confronti di sostanze estranee o di microrganismi. Tutto ciò può portare ad anomalie della funzionalità immunitaria. Per di più è ormai stato appurato che una condizione di disbiosi intestinale produce un aumento dei mediatori immunitari pro-infiammatori a causa della presenza cospicua di cellule immunitarie pronte ad attivarsi sotto la mucosa digerente. A sua volta l’attivazione immunitari provoca il rilascio di fattori immunitari e la produzione di anticorpi auto-reattivi, che migrano fino alle articolazioni dove potranno dare inizio alla cascata infiammatoria. In particolare i batteri presenti nell’intestino sono capaci di incidere sul sistema immunitario e promuovere fenomeni autoimmuni a livello articolare.
In generale si consiglia di evitare le bevande zuccherate, i soft drinks e l’eccesso di succhi di frutta. Inoltre è bene consumare il meno possibile i cibi ipercalorici, troppo ricchi di zuccheri semplici e/o di grassi, soprattutto se di origine animale. Benché sia preferibile consumare frutta e verdura freschi, è opportuno prestare la dovuta attenzione anche al metodo di cottura, che dovrebbe essere dolce, con poco condimento e al vapore o bollitura al fine di mantenere i cibi il più possibile intatti.
Gli alimenti ulteriori da scartare possono essere discussi con i nostri specialisti sulla base dello stato nutrizionale e tramite l’ausilio di test specifici. Perché è importante considerare non solo ciò che può essere nocivo per la persona, ma anche come rimpiazzare le carenze eventualmente presenti e promuovere il vero nutrimento di cui la persona necessita in quel momento.
Come abbiamo accennato sopra l’artrite reumatoide non colpisce soltanto le articolazioni, ma può essere considerata una malattia che incide sul benessere di tutta la persona. Tuttavia una dieta specifica per la persona (e non standard valida per tutti) rappresenta un valido sostegno per aiutare il percorso di cura, in quanto influenza il rischio di malattia e possiede attività immuno-modulanti. Analogamente un’attività fisica regolare esercita numerosi effetti benefici sulla salute, in particolar modo tra chi è sedentario come avviene spesso tra coloro che soffrono di artrite reumatoide. Inoltre l’attività fisica è una pratica sicura, migliora la qualità di vita della persona, riduce la stanchezza giornaliera e promuove il funzionamento articolare.
Gli integratori ed i rimedi naturali contengono al proprio interno dei veri e propri principi attivi, che hanno effetti molteplici e complessi a livello dell’organismo. Non tutti gli integratori vanno bene per tutti e ciò vale ancor di più per chi soffre di malattie in atto, poiché assumere principi attivi sbagliati potrebbe ostacolare la risoluzione del disturbo o addirittura peggiorarlo. A differenza di quanto generalmente si crede assumere un prodotto naturale non vuol dire necessariamente fare prevenzione o nel prendersi realmente cura della propria salute se non si sa perfettamente quali effetti scatenano nelle cellule o quali siano le controindicazioni. Molto spesso il “fai da te” porta solo a ripetuti tentativi e non alla soluzione definitiva del problema, in quanto si perde d’occhio la visione complessa ed integrata dell’organismo e delle sue funzioni e si cerca soltanto di tamponare un sintomo o di colmare una presunta carenza. Per questi motivi si raccomanda fortemente di rivolgersi ad uno specialista al fine di valutare eventualmente quali rimedi o integratori sono più adatti per la specifica persona.
In conclusione una corretta alimentazione e la gestione di un peso salutare sono fattori rilevanti nella cura dell’artrite reumatoide. Insieme a terapie e/o trattamenti specifici l’alimentazione rappresenta una vera e propria terapia nutrizionale in grado di offrire un valido aiuto per l’organismo. Sulla base della nostra esperienza abbiamo sviluppato un percorso terapeutico specifico per i disturbi su base autoimmune: il metodo Immuno-Cembio. Quest’ultimo viene personalizzato sulla base di un consulto specialistico al fine di individuare i test e le cure più adatte per la cura della persona e non soltanto dei suoi sintomi.
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