Diabete mellito tipo 2
Il diabete di tipo 2 o mellito è una patologia multi-sistemica, cioè coinvolge più organi ed apparati del corpo. In particolare essa è una malattia di natura cronica, che ha alla base un’alterazione del metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine a causa di un funzionamento inadeguato dell’ormone insulina. Questo ormone è sintetizzato e rilasciato dal pancreas e, insieme ad altri ormoni, svolge la funzione fondamentale di abbassare i livelli di glicemia promuovendo l’ingresso degli zuccheri nei tessuti al fine di provvedere al loro rifornimento energetico.
Caratteristiche, cause e sintomi del diabete tipo 2
Il diabete di tipo 2 è una forma di diabete con un’insorgenza per lo più in età adulta e matura e rispetto al primo tipo è almeno 4-5 volte più frequente nella popolazione. Inoltre diversamente dal diabete di tipo I, in cui avviene un deficit conclamato di insulina, nel diabete mellito la concentrazione di insulina nel sangue all’inizio è normale (o addirittura aumentata negli stadi precoci) e poi cala progressivamente al di sotto dei valori di riferimento.
I fattori chiave alla base del diabete di tipo 2 riguardano una relativa carenza di insulina rispetto a ciò di cui necessita l’organismo e la presenza di resistenza insulinica, che è una condizione in cui i tessuti (es. fegato, muscoli) non rispondono adeguatamente a questo ormone pancreatico. Ne consegue che le cellule dei tessuti risentono di un minore apporto dello zucchero glucosio nelle proprie cellule.
Il diabete dipende dalla combinazione di più fattori ambientali e genetici.
Benché i meccanismi specifici che conducono alla malattia non siano ancora stati delineati in dettaglio si ritiene che l’obesità, lo stile di vita irregolare, la sedentarietà prolungata ed un’alimentazione sbilanciata siano fattori di estrema importanza. Inoltre è riscontrabile anche una componente genetica, che è caratterizzata dalla presenza di numerose varianti (polimorfismi) a carico di numerosi geni. Per questi motivi si parla di ereditarietà poligenica, che a seconda del proprio DNA può aumentare la suscettibilità a sviluppare la malattia, oppure agire in chiave protettiva.
Il diabete non comporta necessariamente sintomi evidenti e frequentemente viene sospettato casualmente solo dopo le analisi del sangue. Tuttavia con l’aggravamento del disturbo metabolico e l’innalzamento degli zuccheri nel sangue possono comparire i seguenti sintomi principali:
- Perdita di peso non giustificata;
- Diuresi frequente;
- Stanchezza cronica;
- Senso di fame accentuato;
- Problemi di vista;
- Sete frequente.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi del diabete si basa fondamentalmente sull’analisi dei livelli di glucosio nel sangue a digiuno o dopo carico glicemico. Si definisce una condizione di pre-diabete quando la glicemia a digiuno è tra 100-125 mg/dL, mentre di diabete conclamato per valori superiori. Inoltre dopo carico glicemico una glicemia superiore a 200 mg/dL è caratteristica del diabete mellito, per la cui diagnosi è utile anche il dosaggio dell’emoglobina glicata HbA1c, che non dovrebbe superare nei sani il 5.7-6.0%. Pertanto la valutazione glicemica in associazione ai sintomi tipici depone a favore di una diagnosi di diabete.
La cura del diabete richiede innanzitutto di modificare il proprio stile di vita e di adottare abitudini motorie ed alimentari salutari. Inoltre è possibile migliorare efficacemente il profilo metabolico tramite terapie mirate a promuovere l’ingresso del glucosio nelle cellule, ottimizzare l’equilibrio ormonale (es. insulina, cortisolo, estrogeni), ridurre lo stato infiammatorio sottostante e tenere sotto controllo lo stress ossidativo, causato dal disequilibrio tra molecole reattive e la barriera antiossidante.
Epidemiologia, eziologia e patogenesi del diabete tipo 2
Attualmente il diabete è la nona causa di morte al mondo ed i numeri delle persone con questa malattia sono quadruplicati in meno di mezzo secolo raggiungendo ad oggi più di 400 milioni di casi. Si stima che circa una persona su undici soffra di diabete, soprattutto del diabete mellito di tipo 2 (>90%). Benché la genetica abbia certamente un certo ruolo, la crescente diffusione del diabete è imputabile soprattutto ai cambiamenti negativi a livello dello stile di vita, della sedentarietà prolungata e dell’alimentazione scorretta.
Il diabete mellito ha per lo più un’insorgenza in mezza età, anche se i dati epidemiologici puntano l’attenzione su un numero crescente di diabete in età pediatrica. Se da un lato non sono riscontrabili processi autoimmuni e la chetoacidosi sia rara, dall’altra si assiste alla presenza di un’insufficienza più o meno grave dell’insulina in combinazione ad una resistenza dei suoi organi bersaglio. Questa condizione di resistenza insulinica peggiora il metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine, mentre l’iperglicemia provoca un aumento dello stress ossidativo ed il malfunzionamento delle cellule, tra cui quelle pancreatiche ed immunitarie.
È opportuno agire il prima possibile prima che il deterioramento fisiologico peggiori.
In alcuni casi il diabete potrebbe essere una conseguenza di malattie a carico del pancreas (es. pancreatite cronica) o del rilascio di ormoni ad azione antagonista a quella dell’insulina (es. sindrome di Cusching). In tal caso di parla di diabete mellito secondario. Anche la sindrome dell’ovaio policistico aumenta il rischio di andare incontro al diabete.
Molti casi di diabete possono essere prevenuti adottando comportamenti salutari, mantenendo un peso corretto, mangiando bene rispetto ai propri fabbisogni, stando fisicamente attivi ogni giorno e moderando il consumo di alcool, fumo e droghe.
Diabete: fattori alimentari
L’alimentazione svolge un ruolo chiave nel diabete, in quanto un’alimentazione scorretta e sbilanciata per troppo tempo provoca effetti dannosi a livello della salute cellulare e di tutto l’organismo. È ormai chiaro che un consumo eccessivo di bevande dolcificate, cibi ipercalorici e ricchi di zuccheri e di grassi, specialmente saturi e di origine animale rappresenta un fattore di rischio per il diabete. Inoltre questo rischio aumenta anche in coloro che mangiano troppi cibi industriali, cereali raffinati e pochi vegetali come verdura e legumi.
È interessante osservare che non si tratta soltanto di una questione di calorie, ma soprattutto del rapporto equilibrato tra i macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) e tra i micronutrienti (es. minerali e oligoelementi). Un equilibrio che dipende strettamente dal proprio stile di vita, dal grado di attività fisica, dalla presenza di disturbi o altre malattie (es. gastrointestinali, ormonali) e dalla genetica. In merito esistono polimorfismi genetici in grado di predisporre la persona ad andare incontro ad una minore regolazione dei livelli glicemici ed ormonali in seguito al pasto. In aggiunta nelle persone che sviluppano il diabete si riscontra spesso un’alimentazione routinaria, poco varia e che eccede nel consumo di cibi zuccherati, grassi, fritti, industriali e/o di alcool. Senza tralasciare il ruolo delle tossine e degli additivi presenti negli alimenti, che possono provocare nel tempo ripercussioni a livello ormonale e metabolico.
Prevenzione ed alimentazione
Una corretta alimentazione è fondamentale per rimanere in salute e fare una vera prevenzione. Le linee guida internazionali consigliano di avere una dieta il più possibile varia (anche a seconda della stagionalità) e bilanciata, cioè senza eccedere con uno o più alimenti a discapito di altri. È opportuno prediligere cibi freschi, in quanto maggiormente ricchi di antiossidanti, vitamine e minerali. Anche il metodo di cottura ha una sua importanza e si raccomanda di utilizzare cotture non troppo intense, con poco condimento e preferendo la cottura a vapore o la bollitura. Inoltre è meglio puntare su un buon consumo di verdura, frutta, legumi, cereali integrali, mentre quello dei prodotti di origine animale e dei latticini dovrebbe essere moderato a qualche volta a settimana. Attenzione anche alla frequenza ed alle dosi delle bevande zuccherate e di quelle alcoliche.
Le persone con il diabete beneficiano molto di un cambio delle abitudini alimentari. Si consiglia di evitare gli zuccheri semplici ed i cibi che li contengono (occhio alle etichette!) in modo tale da evitare sbalzi glicemici improvvisi. Inoltre si raccomanda un consumo adeguato di verdure e di fibre vegetali, che possono aiutare a tenere a bada l’innalzamento della glicemia. Inoltre, data la stretta associazione tra diabete ed obesità, è fondamentale raggiungere e mantenere un peso salutare.