Digestione e assorbimento
L’apparato digerente parte dalla bocca fino alla fine dell’intestino ed è coinvolto sia nella digestione che nell’assorbimento dei nutrienti. Dal punto di vista funzionale il tratto gastrointestinale non è un tubo inerte e passivo, bensì è attivamente coinvolto nell’assorbimento delle proteine, dei carboidrati, dei grassi, delle vitamine e dei minerali. In particolare la sede più importante per l’assorbimento è l’intestino tenue, cioè la prima parte dell’intestino. Ciò è dovuto al fatto che questa porzione intestinale è ampiamente estesa ed ospita numerosi meccanismi legati alla digestione ed assorbimento tra cui i processi di rimescolamento meccanico, l’intervento degli enzimi e degli specifici trasportatori. Ma l’intestino non è l’unico protagonista coinvolto in questi fenomeni, in quanto vi partecipano anche il pancreas, la cistifellea ed i vicini vasi sanguigni e linfatici.
Che cos’è il malassorbimento?
Per definizione il termine malassorbimento si riferisce ad un’alterazione dei meccanismi o della sede in cui i nutrienti vengono normalmente assorbiti. Benché generalmente i concetti di maldigestione e malassorbimento vengono considerati indipendenti, cioè non è assolutamente vero. In verità questi due processi dovrebbero svolgersi insieme e secondo i passaggi fisiologici dalla bocca (in cui inizia la digestione) fino all’ano. Inoltre, se le prime tappe digestive non vanno a buon fine anche l’assorbimento non è ottimale e si corre il rischio di far ristagnare i residui alimentari nel canale digerente.
Le cause principali
I deficit di assorbimento sono molteplici e possono avere diverse cause:
- Problematiche a carico della mucosa gastrointestinale;
- Difetti congeniti dei meccanismi di trasporto;
- Assorbimento alterato di specifici nutrienti;
- Motilità intestinale irregolare (es. stipsi e colon irritabile);
- Disbiosi intestinale;
- Infezioni enteriche;
- Disturbi vascolari o linfatici.
Sintomi generali del malassorbimento
Il malassorbimento può essere la conseguenza di problematiche a carico della cistifellea, del pancreas e dell’intestino tenue. Benché ogni disturbo specifico di malassorbimento mostri segni e sintomi abbastanza specifici, dal punto di vista generale si può sospettare una problematica di cattivo assorbimento in caso di:
- Diarrea;
- Calo di peso ingiustificato;
- Ritardi dello sviluppo o anormalità scheletriche;
- Anemia;
- Feci biancastre, maleodoranti e galleggianti;
- Flatulenza, gonfiore e borborigmi
Tipologia di malassorbimento
Il malassorbimento non è un concetto univoco, ma racchiude in sé diversi disturbi e sindromi cliniche a seconda dei meccanismi alterati e dell’impatto sui nutrienti. Ecco perché è fondamentale rivolgersi ad uno specialista al fine di valutare ed eventualmente affrontare la problematica alla radice.
Grassi
Il malassorbimento dei grassi è una delle forme di malassorbimento più comuni ed origina da difetti nella loro emulsione, solubilizzazione e nel taglio da parte degli enzimi digestivi. Di fatto la digestione dei grassi inizia fin dalla bocca e vi partecipano sia enzimi orali sia gastrici che pancreatici, oltre al ruolo fondamentale degli acidi biliari provenienti dalla cistifellea. Infine i prodotti digeriti si aggregano in forma di micelle, che possono essere assorbiti a livello intestinale.
Tra le cause vi possono essere la sindrome di Zollinger-Ellison, malattie pancreatiche, epatiche, i calcoli biliari ed i disturbi linfatici. Inoltre una mucosa intestinale danneggiata provoca un minore transito intestinale ed una minore esposizione agli enzimi digestivi. Pertanto il malassorbimento dei grassi è frequente in caso di malattie infiammatorie intestinali (es. morbo di Crohn, colite ulcerosa), celiachia e resezioni chirurgiche.
Un’altra causa riguarda una sovracrescita incontrollata dei microrganismi che abitano normalmente il tratto intestinale. Ciò potrebbe causare un generale malassorbimento ed essere confusa con sintomi da intolleranza alimentare (es. glutine). Inoltre ci può essere una disfunzione nella sintesi degli acidi biliari oppure nel fatto che rimangono nell’intestino piuttosto che essere riassorbiti e riutilizzati nuovamente.
Carboidrati
I carboidrati devono essere scissi in forme più piccole per essere assorbiti adeguatamente. La loro digestione inizia con la saliva e termina dopo vari passaggi a livello della mucosa intestinale. Qualora i residui non vengano digeriti e/o assorbiti (come per esempio la cellulosa) vanno incontro a fermentazione nel colon, la quale in eccesso può provocare un senso di tensione addominale e flatulenza.
La forma più comune di malassorbimento è l’intolleranza al lattosio, che generalmente compare in età adulta in seguito al fatto che l’espressione dell’enzima lattasi, responsabile della digestione del lattosio, tende a diminuire con il passare degli anni. Da qui nasce una bassa tolleranza nei confronti del latte e dei suoi derivati ricchi di lattosio. D’altra parte in una minoranza delle persone esistono varianti genetiche che conferiscono la capacità di mantenere attivi questi processi e pertanto tendono a non avere problemi con questo zucchero. Ad ogni modo non esiste solo il malassorbimento del lattosio, ma anche di altre sostanze come per esempio il fruttosio ed il trealosio.
Le cause del malassorbimento dei carboidrati possono essere: deficit congeniti, problematiche pancreatiche, celiachia, infezioni, fistole, linfangiectasie, resezioni chirurgiche e malattie infiammatorie intestinali.
Proteine
La digestione delle proteine incomincia nello stomaco, dove l’ambiente acido attiva enzimi specifici, per poi proseguire grazie al succo pancreatico. Infine le proteine scomposte in piccoli aminoacidi possono essere assorbite attraverso trasportatori cellulari dedicati a questi nutrienti. Tuttavia, anche le proteine possono andare incontro a malassorbimento a causa di: malattie pancreatiche, fibrosi cistica, linfangiectasie, operazioni chirurgiche, colite ulcerosa e morbo di Crohn.
Vitamine e minerali
Nel tratto digerente esistono diversi meccanismi che trasportano i minerali, gli oligoelementi e le vitamine, di cui il corpo ha bisogno giorno dopo giorno. Disfunzioni ad uno o più di questi livelli provocano il malassorbimento di specifici micronutrienti, i quali non riescono ad entrare e distribuirsi all’interno dell’organismo. Per esempio i deficit possono riguardare il calcio, il ferro, il rame, la vitamina B1 e B12. In generale incidono sull’assorbimento dei micronutrienti le malattie a carico dello stomaco e dell’intestino tenue, così come un concomitante malassorbimento dei grassi, operazioni chirurgiche e/o vere e proprie patologie intestinali.
Il ruolo delle infezioni
A volte il malassorbimento non è limitato a specifici nutrienti, bensì è più generalizzato provocando di conseguenza diarrea, malnutrizione e perdita di peso. Ciò avviene in particolar modo in seguito ad infezioni gastroenteriche, le quali possono essere di origine batterica, virale, fungina o parassitaria. In merito è stato dimostrato che una buona percentuale dei casi di colon irritabile è dovuta a stati infettivi silenti e persistenti. Inoltre, questi stati infettivi sono in grado di interferire negativamente sui processi digestivi e di assorbimento.
Le conseguenze del malassorbimento
Una condizione di malassorbimento merita di essere affrontata adeguatamente insieme ad uno specialista, in quanto con il trascorrere del tempo può determinare la comparsa delle seguenti complicazioni:
- Sintomi gastrointestinali;
- Malnutrizione;
- Alterazione del peso;
- Carenze nutrizionali;
- Anemia;
- Problemi di coagulazione sanguigna;
- Disturbi alla vista ed alla pelle;
- Osteopenia o osteoporosi;
- Aritmie cardiache;
- Spossatezza persistente.